​​​​La biblioteca scolastica come argine a ChatGPT: 6 motivi per puntare sui libri

Pubblicato il 27/05/2025 alle 09:35
Giovani leggono libri ed ebook

ChatGPT e i sempre più affinati strumenti d’intelligenza artificiale stanno diventando applicazioni a cui ricorriamo sempre più frequentemente, sia in campo lavorativo che nel tempo libero.

La maggior parte di questi software è a uso gratuito, un aspetto che li rende fruibili a utenti di ogni età, anche bambini e ragazzi in età scolare. Da qui abbiamo pensato di dare spazio ad alcune riflessioni sull’opportunità o meno che gli alunni accedano liberamente agli strumenti basati su IA.

AI e scuola, il parere di Vincenzo Schettini (“La fisica che ci piace”)

Recentemente, Vincenzo Schettini, ideatore del format di grande successo “La fisica che ci piace”, uno dei maggiori influencer legati al mondo della scuola, ha chiarito la propria posizione sull’utilizzo di ChatGPT (e strumenti analoghi) da parte degli studenti. Queste le sue parole in merito all'intelligenza artificiale:

Affidiamo la nostra intelligenza e la nostra capacità di fare le cose ad una macchina al posto nostro. È l’inizio della fine. Sai perché? Perché ChatGPT una volta ti farà il tema, una volta ti risolverà il compito di matematica, una volta ti farà la traduzione e poi ti trovi a un certo punto davanti alle grandi scelte della vita nelle quali ChatGPT non c’è. Quelli preparati stanno dall’altra parte e ti avranno superato. Io lo dico, il mondo che ci attende dopo questo avvento dell’intelligenza artificiale sarà un mondo in cui ci sarà ChatGPT. Sopra ChatGPT ci sarà l’1% fatto dalle persone più intelligenti, mentre il 99% sarà schiavo dell’intelligenza artificiale. Attenzione, ragazzi, l’obiettivo è quello di far parte di quell’1%. Preparatevi, sacrificatevi, studiate. Questo significa essere degli esseri pensanti, le macchine non pensano, le macchine vengono istruite.

Cosa può fare la scuola per arginare l’abuso dell’intelligenza artificiale

Quella di Vincenzo Schettini è sicuramente una presa di posizione forte. Ma, al di là di adottare metodi di insegnamento in grado di puntare sullo sviluppo di competenze autonome degli studenti, cosa può fare la scuola?

Sicuramente puntare sui libri valorizzando la lettura di bambini e ragazzi attraverso le biblioteche scolastiche. Abbiamo sintetizzato i 5 motivi principali di questa strategia.

Lo sviluppo del pensiero critico e autonomo

L’adozione di un pensiero critico rappresenta il primo fondamentale vantaggio della lettura tradizionale rispetto all’uso passivo dell’intelligenza artificiale. Mentre strumenti come ChatGPT offrono risposte preconfezionate, i libri richiedono un impegno attivo: interpretare, analizzare e riflettere sono azioni che stimolano la mente in modo profondo.

Leggere narrativa, saggi o poesia significa confrontarsi con prospettive di varie complessità, l’opposto della semplificazione che spesso caratterizza i software basati su IA. Inoltre, abituarsi a ricevere risposte immediate soffoca il dubbio e la curiosità, mentre un libro costringe il lettore a porsi domande, a cercare collegamenti e a costruire un pensiero personale.

Spazio alla creatività e all’immaginazione

Il rafforzamento della creatività e dell’immaginazione è un altro aspetto cruciale. L’IA generativa rielabora dati esistenti, ma non può inventare storie davvero originali come fa la mente umana. La lettura, al contrario, apre mondi infiniti: ogni ragazzo visualizza personaggi, ambienti e situazioni in modo unico, alimentando una fantasia che nessun algoritmo può replicare.

Scrivere e interpretare testi senza l’intermediazione dell’IA permette di sviluppare una voce autentica, mentre un uso eccessivo di questi strumenti rischia di appiattire l’espressione individuale in formule standardizzate.

Apprendimento approfondito

L’apprendimento profondo, contrapposto alla conoscenza superficiale, è un ulteriore beneficio offerto dai libri. Le IA sintetizzano informazioni in modo rapido, ma spesso approssimativo, con il rischio di errori o “allucinazioni” (risposte plausibili ma false).

Al contrario, la lettura di un libro richiede tempo, concentrazione e rielaborazione, favorendo una comprensione strutturata e duratura. La memoria a lungo termine si consolida attraverso l’elaborazione attiva, non attraverso il semplice copia-incolla di risposte generate automaticamente.

Lessico più ricco

Le competenze linguistiche e un lessico ricco vengono naturalmente potenziate dalla lettura. ChatGPT tende a uniformare il linguaggio, mentre i libri espongono il lettore a stili diversificati, vocaboli complessi e strutture sintattiche articolate. Leggere con costanza migliora la capacità di scrivere in modo spontaneo e originale, mentre l’abuso di IA rischia di impoverire la facoltà di formulare pensieri autonomi.

In un’epoca in cui molti testi sono omologati dai modelli linguistici dell’IA, possedere un bagaglio lessicale ampio e personale diventa un vantaggio distintivo.

Limite alla dipendenza tecnologica

Infine, la resistenza alla dipendenza tecnologica e alla passività cognitiva è forse l’aspetto più urgente. Abituarsi a ottenere risposte pronte con un click riduce la tolleranza allo sforzo mentale e alla ricerca autonoma. Le biblioteche scolastiche, al contrario, promuovono un rapporto attivo con la conoscenza, basato sull’esplorazione, la scoperta e il confronto diretto con i testi.

In un mondo dominato dall’istantaneità, saper attendere, approfondire e dedicare tempo alla riflessione è una competenza sempre più rara, ma essenziale per una crescita intellettuale solida e indipendente.

AI e scuole: trovare un equilibrio è necessario

L’IA generativa non va demonizzata, ma il suo uso indiscriminato nella scuola rischia di creare problemi. Le biblioteche scolastiche, con la loro offerta di libri selezionati e la promozione della lettura, possono riequilibrare la formazione degli studenti, preservando quelle capacità umane che nessun algoritmo potrà mai sostituire: l’intuizione, la critica, l’immaginazione e la profondità di pensiero.

Investire in biblioteche scolastiche ben curate e in progetti di lettura non è un ritorno al passato, ma un atto di resistenza culturale per preparare giovani capaci di dominare la tecnologia, anziché esserne dominati.

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